L’uso degli indicatori in WEQUAL

Diversi tipi di “ambiente”

Le valutazioni multicriteriali richiedono l’uso di molte tipologie di indicatori, spesso di non facile scelta e con serie difficoltà di stima dei relativi effetti da parte dei valutatori, progettisti inclusi. Ciascun indicatore ha lo scopo di descrivere e quantificare l’effetto – positivo o negativo – che ogni intervento (convenzionale o basato su infrastrutture verdi) determina sull’ambiente in cui si inserisce.

La varietà degli indicatori dipende innanzitutto dalla varietà concettuale dei tipi di “ambiente” con cui si ha che fare. Infatti, oltre all’ambiente inteso come insieme delle componenti fisiche, chimiche e biologiche che influenzano la qualità della biosfera (ecosistema; es. influenza sulla qualità delle acque, effetti sulla biodiversità etc.), si ha quello in cui si pone più attenzione agli effetti che maggiormente condizionano la qualità della vita e la sicurezza delle persone (habitat fisico dell’uomo; es. disagi in fase di realizzazione dei lavori, riduzione dei rischi di piena etc.), piuttosto che agli aspetti dell’ambiente inteso come quadro complessivo di vita, ove le persone non sono più percepite come “singoli elementi”, bensì come agenti che interagiscono tra loro, generando relazioni sociali (es. integrazione di piste ciclabili, integrazione con nuove aree verdi aperte al pubblico etc.).

A ciò è da aggiungere poi anche l’ambiente visto come territorio governato, ove prevalgono gli aspetti delle politiche di gestione delle risorse attraverso logiche “pubbliche” regolate da leggi, protocolli normativi e piani di intervento per specifiche opere, ivi inclusi gli aspetti economici e gestionali (es. investimenti totali, esigenze di manutenzione ordinaria e straordinaria etc.).

Infine, vi è anche l’ambiente da intendersi come vissuto soggettivo, ove prevale la percezione dei singoli individui sul proprio habitat, con ricadute di natura psicologica e culturale. In questo caso gli effetti sono difficili da stimare e spesso richiedono interviste a campione, ma nonostante le difficoltà, questo tipo di ambiente ha spesso una rilevanza non trascurabile nelle scelte finali, assumendo connotazioni sociali, culturali e politiche, specie quando associate a posizioni convergenti di gran parte della popolazione interessata (es. mantenimento di strutture storiche o tradizionali, congruità con approcci culturali locali, percezioni dei livelli di riduzione di rischio idrogeologico associati alla realizzazione dell’opera).

Indicatori per l’Ecosistema

Una parte delle attività di WEQUAL ha riguardato lo sviluppo di metodologie di indagine a supporto dei progettisti nella definizione e quantificazione degli impatti di indicatori relativi alle prime due categorie.

Per quanto riguarda gli indicatori biologico-naturalistici sono stati presi in considerazione:

  • uso del suolo riferito alle fasce laterali del corso d’acqua;
  • gli habitat vegetazionali della vegetazione ripariale e golenale con riferimento alle serie dinamiche della vegetazione potenziale;
  • i macro-invertebrati bentonici secondo la metodologia IBE;
  • la segregazione della CO2 (“carbon sequestration”) da parte della vegetazione legnosa;
  • la resilienza della vegetazione sulla base della biomassa legnosa;
  • la “carbon-footprint” relativa ad esistenti strutture artificiali di regimazione idraulica.

Il lavoro di campo è partito dalla rivisitazione di interventi spondali con materiali in rete metallica (gabbioni, materassi, terre rinforzate rivegetati) realizzati negli ultimi vent’anni in corsi d’acqua dell´Italia settentrionale e centrale. Sono stati in particolare eseguiti rilievi di campo della vegetazione, prelievi di macro-invertebrati bentonici, valutazioni di campo e schedatura della qualità eco-morfologica per ogni parametro preso in considerazione. Il tutto finalizzato alla messa a punto di metodi di analisi e individuazione di livelli di qualità ricavabili in maniera semplificata, riducendo allo stretto indispensabile i rilievi di campo da confrontare con i rilievi tele operati.

 

Infine, la metodologia è stata, infine, applicata ad una serie di casi campione in Provincia di Bolzano per verificarne la validità. E´ stato così possibile produrre:

a) un sistema di riferimento per la valutazione della qualità eco morfologica di un corso d’acqua;

b) una matrice di oltre 50 tipologie progettuali di interventi spondali e relative valutazioni sulla potenzialità di resilienza della vegetazione, con particolare riferimento a quelle di Ingegneria Naturalistica e quelle che prevedono l’utilizzo di strutture in rete metallica.

La metodologia di valutazione della qualità eco-morfologica di corsi d’acqua messa a punto si differenzia dagli altri metodi per i seguenti motivi:

a) offre una selezione di una serie sintetica di 15 indicatori significativi, alcuni precedentemente non considerati (es. carbon sequestration, carbon-footprint);

b) consente una facile compilazione delle schede di campo con eccezione di alcuni rilievi specialistici, come le biocenosi acquatiche (macrobenthos) o la qualità delle acque da indice IBE;

c) permette di lavorare su scale di maggior dettaglio che meglio si prestano alle finalità della progettazione.

Il lavoro ha permesso di costruire una basi di dati dalle quale si sono poi derivati metodi previsionali di stima semplificati, basati su riferimenti tabellari, a supporto di valutazioni di futuri scenari riferibili ad interventi analoghi.